ESCURSIONI NATURALISTICHE E CULTURALI


Puntaldia è il punto di partenza ideale per numerose escursioni. Molte di queste sono organizzate dai vari centri servizi e dai diving: dalle escursioni in barca ai più svariati tour.

Innumerevoli sono poi le gite naturalistiche, quali la visita al parco marino di Tavolara e alle bellissime spiagge dei dintorni, alla Costa Smeralda, all'arcipelago della Maddalena, alle grotte di Nettuno e del Bue Marino, alle oasi naturalistiche di Capo Comino e Bidderosa, alla costa e le calette di Cala Gonone, all’entroterra carsico, etc.

Da non perdere è la visita delle vestigia nuragiche e dei siti archeologici della zona, così come quella delle molte graziose cittadine e località turistiche nelle vicinanze.

Di particolare interesse sono:

IL MONTE NIEDDU

Nel territorio di Padru, ad una ventina scarsa di chilometri da Puntaldia, in direzione dell’entroterra, si trova l’area protetta del MONTE NIEDDU. Si tratta di un massiccio molto esteso, raggiungibile comodamente in auto lungo una carrareccia che porta su fino all’interno dell’oasi. Da qui si dipartono vari sentieri, percorribili a piedi, in mountain-bike o in fuoristrada lungo percorsi diversificati per difficoltà, lunghezza e durata. Particolarmente suggestivo è il cosiddetto “anello delle cascate”, un circuito in mezza costa dal quale si osserva dall’alto il letto del rio Caccianova con i suoi salti d’acqua, per poi attraversarlo e risalire, inoltrandosi tra la macchia mediterranea e rocce dalle forme suggestive, verso la Caserma Pitrisconi. Più impegnativo è il percorso Casteddacciu, che permette di raggiungere le vette di Casteddacciu e Lu Turrione. Il panorama è spettacolare, di ampio respiro e sempre rivolto verso il mare. Sono frequenti gli incontri con le capre selvatiche.

L’AREA MARINA PROTETTA DI TAVOLARA–MOLARA E PUNTA CODA CAVALLO

L’area marina protetta, istituita nel 1997, comprende i territori costieri e marini di Porto San Paolo, Capo Coda Cavallo, Puntaldia e San Teodoro, con le isole di Tavolara, la più grande, Molara, Molarotto ed altre isolette e scogli minori. È suddivisa in tre zone:

ZONA A, a riserva integrale, che comprende lo scoglio di Molarotto e la parte settentrionale dell’isola di Tavolara compresa la secca del Papa;

ZONA B, a riserva generale, soprattutto intorno ai capi ed alle isole;

ZONA C, a riserva parziale, che comprende il resto dell’area marina.

ISOLA DI TAVOLARA

Con una superficie di quasi 6 kmq, l’Isola di Tavolara si presenta come un maestoso massiccio calcareo a picco sul mare. Di forma grossomodo rettangolare, l’isola è lunga circa 6 km e larga 1 km e raggiunge una quota massima di 565 metri s.l.m. Poggia su un substrato roccioso granitico e presenta un capo a ciascuna estremità.

Quello sul lato ovest dell'isola, lo “Spalmatore di Terra” è rivolto verso la Sardegna ed accoglie gli scarsi insediamenti civili dell'isola. Vi sono anche degli approdi per le piccole imbarcazioni, che collegano l'isola con Porto San Paolo.

Il capo sul lato est, rivolto verso il Mar Tirreno è costituito da un lato da Punta Papa, che con l’omonima secca è una meta molto ambita dai subacquei, dall’altra da Punta Timone. Ospita, oltre ad un faro, una base militare NATO gestita dalla Marina Militare Italiana, destinata alle telecomunicazioni terrestri a lunghissimo raggio. Le relative tre antenne, alte più di duecento metri, sono facilmente visibili anche a grande distanza. L'isola è attraversata da una piccola strada militare, con ampi tratti in galleria, che collega la base militare al porticciolo annesso alla base militare.

ISOLA DI MOLARA

Di proprietà privata, l'Isola di Molara, ha una superficie di ca. 3,5 kmq e raggiunge, con Punta la Guardia i 158 metri s.l.m. Nonostante l'isola sia assai rocciosa ed impervia, sono presenti varie sorgenti perenni e, forse proprio per tale abbondanza d'acqua, l'uomo è stato in grado di abitarvi per secoli. La copertura vegetale di Molara è composta da una ricchissima macchia mediterranea unita a olivastri, lentischi e cisto.

Ad est della Cala di Chiesa si erge lo scoglio del dinosauro, una bizzarra scultura naturale plasmata dai venti e dal mare. Sul lato rivolto verso la terraferma invece, ci sono delle zone d’acqua così chiara e limpida da essere soprannominate “le piscine di Molara”. Sull'isola nidificano numerose specie di uccelli marini come il falco pellegrino ed il raro gabbiano corso. Anche la berta minore è presente con centinaia di coppie.

ISOLA DI MOLAROTTO

Molarotto è un'isoletta rocciosa costituita da un affioramento di granito rosa con una superficie di poche decine di mq ed una quota massima di 51 metri s.l.m. Rappresenta l'ultimo avamposto di terra prima del mare aperto. Gli uccelli marini la frequentano in numero tale da farne spesso mutare il colore in bianco. La specie dominante è il Marangone dal ciuffo. Qui vive anche una specie di lucertola blu endemica, che non esiste altrove. L’isolotto fa parte della fascia di massima protezione del Parco Marino ed è vietato persino sbarcarvi. Proprio per questo motivo le acque attorno all’isola sono ricchissime di pesce.

CAPO CODA CAVALLO

Le pareti calcaree dell’Isola di Tavolara, insieme all’isola di Molara e l'isolotto di Proratora, chiudono a nord la baia di Capo Coda Cavallo. Si tratta di un promontorio granitico il cui rilievo più alto è costituito dal Monte Coda Cavallo, che si trova nella sua parte finale. L'intera penisola è racchiusa nell'area marina protetta ed è caratterizzata da un susseguirsi di insenature, con altrettante splendide spiaggette sabbiose e scogliere, ricoperte da una rigogliosa macchia mediterranea.

LE SPIAGGE A NORD DI PUNTALDIA

Immediatamente a nord Puntaldia, ad una manciata di minuti d’automobile, si trovano un gran numero di splendidi arenili.

- Il primo, separato dalla penisola di Puntaldia solo da un piccolo guado, è quello di LU IMPOSTU.

- Segue la spiaggia gemella di CALA BRANDINCHI, soprannominata Tahiti, per via del colore tropicale dell’acqua e la sabbia impalpabile.

Altre deliziose soste lungo la SS. 125 per Olbia, tutte rinomate per la loro vista spettacolare sulle isole di Tavolara e Molara, sono:

- CALA GINEPRO, in località Monte Petrosu, con sabbia chiara e scogli piatti levigati, circondata da un boschetto di ginepri da cui ha preso il nome;

- PUNTA MOLARA, un vero e proprio angolo di tranquillità racchiuso da scogliere granitiche;

- CALA GIRGOLU, il cui arenile descrive un arco protetto da promontori è caratterizzata da scogli dalle forme bizzarre;

- PORTO TAVERNA, 500 m di chiara sabbia finissima ed una vista magnifica sulla prospiciente isola di Tavolara;

- PUNTA DON DIEGO, dalla spiaggia dorata, frastagliata da scogli granitici rosati e circondata da una rigogliosa macchia mediterranea;

- COSTA CORALLINA, con l’arenile diviso in due parti da una serie di scogli: la spiaggia più grande, riparata dal vento, sorge vicino all’omonimo approdo turistico;

- PORTO ISTANA, alla base meridionale del promontorio di Capo Ceraso, con sabbia bianchissima e mare verde-azzurro poco profondo.

LA COSTA SMERALDA

IL PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO DELLA MADDALENA

Ancora più a nord, ad una sessantina di chilometri da Puntaldia, si giunge a Palau, da dove ci si imbarca per raggiungere l'Arcipelago della Maddalena, uno degli ultimi paradisi ecologici italiani. Istituito parco nazionale nel 1996, l’arcipelago è severamente protetto delle leggi che ne tutelano il patrimonio ambientale. È innegabilmente uno dei posti più belli ed affascinanti al mondo, caratterizzato da un paesaggio grandioso punteggiato di rocce scure e spiagge candide, un mix profumi inconfondibili dovuti alla macchia mediterranea, un mare limpido e trasparente con fondali smeraldini e singolari rocce granitiche lavorate dal vento a guisa di sculture. Il parco ricopre una superficie terrestre di circa 5.000 ettari ed una superficie marina di circa 15.000 ettari, su un fronte di ben 180 km di coste ed è composto da 7 isole maggiori e molti altri isolotti minori. Le isole maggiori sono quelle della Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Razzoli e Santa Maria.

ISOLA DELLA MADDALENA

La Maddalena è la più grande tra le isole dell’arcipelago e l’unica ad avere un centro urbano abitato e dotato di infrastrutture ricettive e ricreative, un porto turistico, un centro storico, ricco di antiche viuzze, eleganti caffetterie, invitanti gastronomie e locali notturni.

Lungo sue le coste si allungano numerose di spiagge sabbiose, bagnate da acque limpidissime e facilmente accessibili grazie ad una strada che permette un agevole periplo del territorio.

ISOLA DI CAPRERA

Caprera, la seconda isola per estensione dell’arcipelago, si trova a sud-est dell’isola della Maddalena alla quale è collegata da un ponte. L'isola ha legato il suo nome a quello di Giuseppe Garibaldi, che qui visse in esilio dal 1861 fino alla sua morte, avvenuta nel 1882. La sua casa, inserita in uno splendido scenario naturale, è diventata un museo e richiama ogni anno migliaia di visitatori. Tra le insenatura più rinomate vi sono Cala Brigantina, nella parte orientale dell’isola, Cala Coticcio, chiamata anche "Tahiti" per la bellezza del suo ambiente quasi esotico e Punta Rossa, estrema propaggine meridionale ed area a massima tutela ambientale. Sull’isola non vi sono alberghi, ma solo un villaggio turistico, con i suoi tipici bungalow, oltre al famoso Centro Velico Caprera.

ISOLA SANTO STEFANO

A sud della Maddalena si trova l'Isola di Santo Stefano. Con i suoi 3 kmq di superficie, è la quarta isola dell'Arcipelago ed è situata a metà strada fra Palau e La maddalena da cui dista ca. 1500 metri. Di formazione granitica, di colore rosa e bianco, si affaccia su un mare color smeraldo, specie sul versante meridionale prospiciente a Capo d’Orso. L'unica struttura ricettiva presente è un villaggio turistico, sorto a ridosso della spiaggia del Pesce Lungo. L’isola, quasi completamente disabitata d’inverno, è l’unica dell’arcipelago dove siano state trovate tracce di insediamenti preistorici ed utensili di pietra.

ISOLA DI SPARGI

L'Isola di Spargi, situata ad ovest della Maddalena, è la terza dell’arcipelago per grandezza, ma anche la più isolata e selvaggia. Insieme con gli isolotti di Spargiotto e Spargiottello ed ai numerosi scogli che salgono aguzzi dai fondali, l’isola è meta ideale di molte imbarcazioni, che trovano un ottimo riparo presso la Cala Corsara o la Testa della Strega. Spargi è divisa in "tanche", rettangoli di terreno recintati con la pietra per l’allevamento di bovini allo stato brado. È priva di strutture turistiche ed è abitata solo stagionalmente da pastori. Ad appena 800 metri di distanza, Spargiotto è la ripetizione in dimensioni ridottissime (0,1080 kmq) dell’isola madre. La sua particolarità è la vegetazione: vi prosperano molteplici specie di piante, di cui alcune endemiche. Numerosi sono anche gli uccelli e, naturalmente, le specie ittiche. A nord-ovest si trova Spargiottello, che i più sportivi possono raggiungere a nuoto. L’omonima secca situata 200 metri a ovest con un dislivello che va dai 3 ai 30 metri è un paradiso per i subacquei.

ISOLA DI BUDELLI

Dirigendosi verso nord, si arriva all'Isola di Budelli, che si trova a poche centinaia di metri dalle isole di Razzoli e Santa Maria, con cui forma quasi un tutt’uno. Ha una superficie di 1,6 chilometri quadrati e raggiunge nel Monte Budello (87 metri) il suo punto più alto. Budelli è considerata il simbolo del Parco ed è famosa, anche all'estero, per via della sua splendida “spiaggia rosa”. Situata nella parte sud-orientale dell'isola, la spiaggia, che deve il suo particolare colore ai frammenti sminuzzati di coralli, particolari conchiglie ed un microrganismo chiamato “Miniacina miniacea”. L’Isola di Budelli è stata immortalata dal regista Michelangelo Antonioni con una lunghissima sequenza nel film "Deserto rosso". L'isola è abitata da una sola persona, che ne è anche il custode.

ISOLA DI RAZZOLI

È la più vicina alla Corsica e forma, con le isole di Budelli e Santa Maria, la laguna di Porto Madonna. L'Isola di Razzoli, di granito rosa, è separata dall’isola di Santa Maria dallo stretto Passo degli Asinelli ed è totalmente disabitata. Il suo fascino, oltre che al mare ricco di pesce, è legato alla presenza di numerose specie di uccelli: gabbiani reali, cormorani e berte maggiori che qui hanno trovato il luogo ideale per la nidificazione. Razzoli ospita il faro che segnala l’arcipelago. Le sue coste frastagliate formano belle insenature, come Cala Lunga. Qui il mare gioca continuamente a rimpiattino con la roccia, penetrando nelle numerose cale: dei Morti, la Calaccia, del Rosario, dell’Acqua e del Bue Marino.

ISOLA DI SANTA MARIA

Santa Maria, l’unica tra le isole ad essere solo in piccola parte di formazione granitica, è pianeggiante e per larghi tratti coltivata a vite. L'isola è parzialmente abitata, ma anche qui, tra i cespugli di lentisco, mirto e rosmarino, i veri padroni sono gli uccelli. Particolarmente interessante è l’avifauna acquatica, che vive nello stagno di Santa Maria. Il mare, dove l'acqua assume fantastiche colorazioni cristalline, è spettacolare ma anche insidioso, per via delle secche e dei venti che si incanalano variando di frequente la loro direzione.

LA COSTA OCCIDENTALE

La costa occidentale della Sardegna, anche se un po’ distante da Puntaldia, offre alcune escursioni davvero indimenticabili. Da non perdere la visita alla splendida città di Alghero, di origine spagnola, ed alla suggestiva Grotta di Nettuno, accessibile sia via mare, sia attraverso una ripida e lunga scala scavata nella roccia.

ALGHERO

Sull’altra costa della Sardegna, a ca. 150 km da Puntaldia, c’è la bellissima cittadina di Alghero, conosciuta anche come “Barceloneta”, la piccola Barcellona, poiché ha infatti conservato l'uso della lingua catalana. È una delle poche città fortificate italiane ad aver mantenuto circa il 70% delle sue mura e torri. Recentemente valorizzati da un restauro, i bastioni offrono una bella passeggiata tutt’intorno alla città vecchia. Alghero è anche il capoluogo della Riviera del Corallo, presente soprattutto nella sua qualità più pregiata, il corallo rosso, che viene pescato tuttora da corallari subacquei. Questa attività assieme alla lavorazione ed alla vendita è, da secoli, un’importante fonte economica e culturale, tanto che il ramo di corallo è inserito nello stemma della città.

CAPO CACCIA 

Il territorio a nord della città di Alghero, che si affaccia sull’omonima rada, ospita numerosi sistemi carsici ed un numero relativamente grande di grotte, sia terrestri che marine, sia di superficie che sommerse, prevalentemente localizzate nel promontorio di Capo Caccia.

LA GROTTA DI NETTUNO

Tra tutte le grotte, la più vasta e famosa, perché facilmente accessibile, è la Grotta di Nettuno. È raggiungibile sia via terra, lungo un’impervia scalinata, sia via mare con una favolosa escursione in barca partendo dal porto di Alghero. All'interno della grotta, scavata in milioni di anni dall'acqua dolce, si trovano il laghetto La Marmora (lungo 120 metri), numerose colonne di stalattiti e stalagmiti ed una piccola spiaggetta, un tempo utilizzata dalle foche monache.

LA GROTTA DI NEREO

Tra le grotte sommerse, la più importante, per la sua vasta concentrazione di forme di vita, è la Grotta di Nereo, considerata tra l’altro, la più grande grotta marina sommersa del Mediterraneo.

LE LOCALITÀ TURISTICHE A SUD DI PUNTALDIA

Verso sud, invece, si incontrano una serie di località balneari più o meno turistiche.

SAN TEODORO

La prima località verso sud, a ca. 10 km di distanza da Puntaldia, è San Teodoro, di cui Puntaldia è una frazione. Passato da poco tempo dalla provincia di Nuoro a quella nuova di Olbia - Tempio, sorge nella regione storica della Gallura.

Il comune è articolato in circa 20 fra cosiddette “case sparse” e frazioni, fra le quali anche Puntaldia. San Teodoro è una vivace località turistica, ricca di servizi turistici e strutture ricettive, bar, ristoranti, locali ed una intensa viva notturna.

Dal punto di vista paesaggistico, San Teodoro vanta una grande varietà di ambienti naturali a partire dalle zone umide a ridosso del litorale con la grande laguna che ospita fenicotteri rosa e trampolieri.

 

PORTO OTTIOLU

Procedendo sulla litoranea verso sud, a ca. 17 km di distanza da Puntaldia, si raggiunge Porto Ottiolu. Questo piccolo centro balneare raccolto intorno al suo porticciolo turistico, particolarmente amato per essere riparato da tutti i venti.

Porto Ottiolu si presenta come un grazioso villaggio, mentre il suo porto è uno dei più grandi e ben attrezzati di tutta l’isola con più di 400 posti barca.

La località è famosa anche per le sue meravigliose spiagge, raggiungibili a breve distanza dal marina, per la vasta gamma di ristoranti, che presentano deliziosi prodotti locali e per i suoi rinomati night club e discoteche di tendenza.

BUDONI

Ad una ventina di chilometri di distanza da Puntaldia, si trova il paese di Budoni. La località è diventata straordinariamente popolare per via della trasparenza delle sue acque, tanto che diversi litorali sono stati ribattezzati con nomi di spiagge dei Caraibi. Le folte ed alte pinete a ridosso dei litorali sono una vera manna durante la canicola estiva, quando nemmeno la leggera brezza marina riesce a contrastare il solleone. La sua fortunata localizzazione geografica include anche piccoli stagni salmastri, dove vive la tipica vegetazione di tamerici e giunchi e dove stazionano colonie di fenicotteri rosa.

Vicino al nucleo principale di Budoni c’è il piccolo borgo di Agrustus, conosciuto già all’epoca romana  col nome di “Augustus Populus”.

POSADA

Proseguendo sempre verso sud, a ca. 30 km da Puntaldia si giunge a Posada, arroccata in cima ad una rupe calcarea ricoperta di euforbie e lentisco.

Di particolare interesse è il famoso Castello della Fava con la sua torre squadrata, arroccato su un piccolo sperone che domina la sottostante pianura. Il castello venne costruito nel corso XII secolo, con finalità difensive contro le incursioni saracene, così come la torre di San Giovanni e quella di Santa Lucia di Siniscola. La prima, posta sulla spiaggia qualche chilometro a sud di Posada, è in diretto contatto visivo con la seconda, situata sull’estremità meridionale della baia.


OASI NATURALISTICHE DI CAPO COMINO E BIDDEROSA

Ancora più a sud, tra Posada ed il Golfo di Orosei, si trovano due aree di grande interesse naturalistico: Capo Comino e l’Oasi Naturalistica di Bidderosa.

CAPO COMINO

A ca. 45 km da Puntaldia, Capo Comino deve la sua fama alla spiaggia lunga quasi due chilometri di sabbia bianca e finissima, pressoché impalpabile, alle cui spalle si trovano le più grandi dune della costa orientale sarda. Le acque di Capo Comino sono trasparenti e di un azzurro cangiante grazie ai giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale: un ulteriore cromatismo è offerto dal verde della vegetazione che orla la spiaggia e dall'Isola Ruja, uno scoglio di porfido rosso. Il mare, caratterizzato da un acque basse, rende agevole il gioco ed il nuoto dei bambini. Essendo battuto dal vento, Capo Comino è anche meta ideale per i surfisti. I fondali, ricchi di piacevoli sorprese, tra cui diversi relitti, attirano molti subacquei. Durante l’estate, la spiaggia offre alcuni servizi, quali: un ampio parcheggio ed un bar.

Proprio la perfetta conservazione dell’ambiente, ha reso Capo Comino lo scenario selvaggio ideale per l'ambientazione di diversi film, tra i quali “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mar d’agosto scritto e diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Angela Melato e Giancarlo Giannini.

Poco più a sud il paesaggio cambia, presentando una costa rocciosa. Sulla sua estremità orientale, la punta più vicina al continente italiano dell’intera costa orientale sarda, è situato un alto faro.

OASI NATURALISTICA DI BIDDEROSA

L’Oasi Naturalistica di Bidderosa si trova nel territorio di Orosei, a ca. 60 km a sud di Puntaldia. L’ingresso all'oasi, che si estende su una superficie di 530 ettari, è a pagamento e a numero chiuso, per un massimo di 130 auto/moto al giorno. La sua paradisiaca configurazione naturalistica, resa preziosa anche dalla presenza dello stagno della Curcurica, la qualifica come zona sottoposta a speciale tutela e protezione. Vi si accede tramite un sentiero attraverso una rigogliosa pineta arricchita da eucalipti e ginepri. La spiaggia di Bidderosa abbraccia complessivamente 5 cale di stupefacente bellezza. L’impalpabile sabbia argentea, è ornata da suggestive rocce rossastre. È il luogo ideale per chi vuole lasciare alle spalle la routine quotidiana ed immergersi in una vera e propria oasi di pace.

IL PARCO NAZIONALE DEL GOLFO DI OROSEI

Istituito nel 1998, Il Parco Nazionale del Golfo di Orosei comprende i versanti che discendono fino alla costa orientale dell'isola e la zona costiera con il borgo di Cala Gonone. Il golfo è diviso in due parti morfologicamente diverse. La parte più settentrionale, bassa sul mare, è composta da pinete, lunghi arenili e dune costiere. La parte meridionale, rimasta per secoli inaccessibile via terra, è formata da una costa molto alta, ricoperta da una rigogliosa macchia mediterranea ed alcune piccole spiagge sabbiose, circondate da pareti calcaree verticali e incise da profonde gole scavate da antichi fiumi.

CALA GONONE

Il paesino di Cala Gonone è una frazione del comune di Dorgali, da cui dista ca. 8 chilometri. Domina una costa fra le più belle e suggestive del Mediterraneo, sicuramente la più lunga senza insediamenti umani, conservatasi intatta proprio perché sostanzialmente accessibile solo dal mare.

Il paese si affaccia sul porto turistico, da dove partono molte imbarcazioni turistiche e mini-crociere per esplorare lo spettacolare Golfo di Orosei con la grotta del Bue Marino e le splendide cale circostanti, tutte incastonate nei bastioni calcarei e raggiungibili principalmente via mare o, solo faticosamente, tramite irti sentieri dall'entroterra.

CALA FUILI

La prima baia che si incontra è la suggestiva Cala Fuili, incastonata tra le alte mura del golfo ricoperte di fitta macchia mediterranea e ginepri e chiusa alle spalle dall’omonima ripida “codula”, un impervio canyon che sfocia sul mare. Questa piccola cala è l’ultima raggiungibile in auto da Cala Gonone, percorrendo la litoranea fino al termine della strada, dove c’è un piccolo parcheggio, dal quale una scalinata scende verso la spiaggia. Già il colpo d’occhio, che regala dall’alto la piazzola del parcheggio, è mozzafiato. La cala presenta un fondo di ghiaia medio grossa, con massi e scogli disseminati sia sull’arenile che nel mare. Il mare, subito profondo, è eccezionale e particolarmente, adatto per gli amanti dello snorkeling e della subacquea.

GROTTA DEL BUE MARINO

Tra le due baie di Cala Fuili e Cala Luna c’è la grotta del Bue Marino, così chiamata, perché è stato uno degli ultimi rifugi mediterranei della foca monaca (bue marino), che vi sopravvive ancora in qualche raro esemplare. Posizionata a circa 5 chilometri a sud di Cala Gonone, è una delle più ampie e suggestive grotte della Sardegna. Lunga 5 km e suddivisa in due rami, la grotta è visitabile su percorsi attrezzati ed illuminati per circa 900 metri. Il ramo sud è formato da un'ampia galleria, dove penetra l'acqua del mare. Qui sono visibili numerosi laghetti d'acqua dolce, alimentati da fiumi sotterranei, divisi da spiaggette sabbiose e ricche di concrezioni. Il ramo nord è divenuto fossile a causa della cessata attività carsica al suo interno. La visita si effettua nel solo ramo sud, lungo un percorso ricco di fantastiche concrezioni calcaree, stalattiti e stalagmiti, con uno straordinario spettacolo cromatico grazie ai fasci di luce che penetrano all'interno, valorizzati dalle acque chiare di un grande lago salato della superficie di oltre un chilometro. Un altro elemento di rilievo è costituito da interessanti graffiti del neolitico rappresentanti una dozzina di figure danzanti incise nelle pareti. La passeggiata di circa 30 minuti si conclude nella Spiaggia delle Foche, dove le foche monache partorivano i loro piccoli.

CALA LUNA

Si prosegue per Cala Luna considerata, da molti, la più bella spiaggia del Mediterraneo: è una lingua di sabbia chiara dai riflessi rosati lunga ottocento metri, con sei enormi grottoni che si aprono sull'arenile. Nei mesi estivi, a ridosso della spiaggia, è presente un punto di ristoro con bar e ristorante Il mare cristallino ed azzurro ha trasparenze simili ad un acquario. L’estremità meridionale della cala è delimitata dalla Punta dei Lastroni, formata da enormi e squadrati massi di pietra. Sullo sfondo, a corona, si estende un boschetto di oleandri preceduto da uno stagno di acqua dolce. Alle spalle, lo stagno, talvolta semi asciutto, talvolta molto esteso, separa Cala Luna dalla splendida Codula di Luna, un selvaggio canyon in mezzo alla fitta macchia mediterranea, abitato da rari rapaci, cinghiali e capre selvatiche. L’escursione a piedi, lungo il sentiero che parte da Cala Fuili e che regala scorci indimenticabili, può essere compiuta solo se discretamente allenati ed equipaggiati, in circa 3/4 ore di faticoso trekking.

CALA SISINE

Cinque chilometri più a sud di Cala Luna, racchiusa da imponenti falesie a strapiombo sul mare, si trova cala Sisine, un’altra perla del Golfo di Orosei. Più piccola di Cala Luna, Cala Sisine, racchiusa tra due alte punte di circa 500 metri, si presenta però più profonda e si incunea, dopo centinaia di metri di sabbia, nel verde dell’omonima “codula” (canalone). Formata da piccoli sassi tondi grigi e rosa misti a sabbia, cala Sisine è lambita da un mare color turchese e offre fondali ideali per i sub. Nei mesi estivi, dietro la spiaggia è presente un punto di ristoro. L’accesso alla cala avviene in barca, a piedi in mountain-bike e in gran parte anche con un fuoristrada, tramite percorsi da trekking che partono dall’Altipiano del Golgo o dalla stessa Codula di Sisine. Chi percorre questo canyon affronta una delle escursioni più affascinanti e impegnative attraverso una natura superba e intatta. A breve distanza, sono raggiungibili anche alcune grotte, per le quali è bene affidarsi ad una guida esperta.

CALA BIRIOLA

La piccola spiaggia di Cala Biriola, incastonata tra alte scogliere e sovrastata dall’omonimo bosco ricco di vegetazione e in particolare di ginepri che crescono sulla viva roccia, appare all’improvviso durante la navigazione nel golfo, appena dopo il promontorio chiamato “Scala di Ferro”. È certamente una delle più affascinanti cale della costa orientale sarda. L'originale archetto di roccia naturale, che abbraccia la piccola spiaggetta, e l'acqua estremamente limpida e ricca di fauna ittica, rendono questa baia il luogo ideale per fare snorkeling o immersioni in un mare da sogno. Cala Biriola è facilmente raggiungibile solo dal mare. Per arrivarci via terra, bisogna affrontare un lungo trekking che parte dalla piana del Golgo di Baunei. Le difficoltà del percorso lo rendono adatto solo a camminatori esperti ed è necessario rivolgersi alle guide locali.

CALA MARIOLU

Estremamente affascinante, questa cala prende il nome “Su Mariolu” (il ladro) dai pescatori ponzesi, che chiamavano così la foca monaca in quanto rubava il pesce dalle loro reti. La baia, incastonata in mezzo alle pareti a picco, è divisa in due da alcune rocce franate dal canalone. La sua caratteristica sono i minuscoli sassolini levigati dal mare nel corso dei millenni da cui deriva la denominazione “Ispuligi de nìe” ovvero polvere di neve. Si cammina sui sassolini come su di un soffice tappeto. La trasparenza e il colore del mare non hanno eguali neanche se confrontate alla gran parte delle mete esotiche e tropicali più rinomate. Nei mesi estivi la cala è sempre molto affollata, poiché tappa cruciale di tutte le imbarcazioni e crociere organizzate. Cala Mariolu, oltre che via mare, è raggiungibile a piedi solo da escursionisti ben allenati ed accompagnati da una guida qualificata.

CALA DEI GABBIANI

Cala dei Gabbiani è da considerarsi il prolungamento della più famosa Cala Mariolu. Infatti è divisa da quest'ultima solo da un piccolo promontorio di roccia, che la protegge dalla tramontana. Cala dei Gabbiani è sicuramente altrettanto affascinante ma, essendo meno conosciuta di Cala Mariolu, solitamente è anche meno frequentata in piena stagione. La baia deve il suo nome ad una nutrita colonia di gabbiani che ogni sera, dal tramonto fino all'arrivo dei primi bagnanti la mattina, si riappropriano della spiaggia ricamandola con le loro impronte.

CALA GOLORITZÈ

L’ultima baia del golfo, Cala Goloritzè è stata dichiarata Monumento Naturale per la sua unicità e per preservarne la sua bellezza incontaminata. È probabilmente la spiaggia più singolare in assoluto del golfo, un vero gioiello naturale dalle stupefacenti sfaccettature. Caratterizzata da un grande arco di roccia, che emerge da un mare con trasparenze e colori indescrivibili, la piccola Cala Goloritzè è formata da sassolini bianchi e levigati. Il mare dalle infinite tonalità dal turchese al verde smeraldo è così trasparente da poter scorgere il fondale anche ad una profondità di 20 metri. L’acqua è generalmente molto fredda a causa di sorgenti sottomarine. Presenta una grotta sulla destra, ideale come riparo ed è protetta alle spalle da alte pareti che proiettano la loro ombra sulla spiaggia già dal primo pomeriggio. Ma il suo tratto più distintivo è la maestosità della guglia calcarea del Monte Caroddi che sovrasta la spiaggia: uno spuntone di roccia alto ben 150 metri che si eleva verticale ed è meta dei più sfegatati climbers da ogni parte del mondo. Cala Goloritzè, oltre che via mare, è raggiungibile solo a piedi in ca. 2 ore di trekking, percorrendo un sentiero tra i monti che discende verso la cala seguendo il Bacu Goloritzè.

L’ENTROTERRA CARSICO

L’entroterra alle spalle del Golfo di Orosei, nella zona compresa tra i comuni di Dorgali ed Oliena, è ricchissimo di fenomeni carsici di particolare rilievo naturalistico ed interesse turistico.

LA GROTTA DI ISPINIGOLI

La grotta di Ispinigoli si trova a ca. 80 km da Puntaldia non lontano dal paese di Dorgali. È visitabile per dieci mesi all'anno grazie ad un efficiente servizio di visite guidate lungo un itinerario attrezzato con un sistema di illuminazione e di scale che si snodano intorno a cascate di stalagmiti e stalattiti dalle forme e dai colori più svariati. La visita della durata di circa quarantacinque minuti, inizia da un belvedere panoramico situato alla sinistra dell'entrata, da dove si può ammirare la profondità della voragine. Sin dai tempi più antichi veniva utilizzato dall'uomo come rifugio. La temperatura mite e costante (15 gradi) rende gradevole la visita che continua percorrendo i 280 gradini fino alla base della lunga colonna alta ben38 metri, che unisce la volta con la base della grotta. Un’altra particolarità è l’abisso delle vergini, un profondo e stretto imbuto, che si sviluppa per circa 12 Km nelle viscere della terra e mette in comunicazione le varie diramazioni sotterranee della grotta. Fiumiciattoli e ruscelli attraversano perennemente questo ramo della grotta aperto solo a speleologi esperti. Alla base dell'abisso sono stati ritrovati dei monili in pasta vitrea di fattura fenicia e resti ossei attribuiti a giovani donne. Sulla base di questi ritrovamenti è nata la leggenda dei sacrifici umani perpetrati dai fenici per ingraziarsi gli dei.

SU GOLOGONE

Su Gologone, alle falde del Supramonte di Oliena, presso la riva destra del fiume Cedrino, a ca. 85 km da Puntaldia, è la principale risorgiva di un vasto sistema carsico. Si tratta di una fonte tra le più scenografiche e famose della Sardegna, ma anche tra le più grandi, con una portata d'acqua media di ca. 300 litri al secondo. Dichiarata monumento nazionale nel 1998, offre uno straordinario spettacolo, con l’importante massa d’acqua che fuoriesce da una spaccatura della parete granitica di una vertiginosa e complessa gola calcarea e si addentra nel sottosuolo fino alla profondità, attualmente esplorata dagli speleologi, di 107 metri. L’acqua, dopo aver formato un laghetto, si riversa poi in un torrentello che, attraversando un boschetto di eucalipti, sfocia, dopo un breve corso, nel Fiume Cedrino.

I LAGHI SOTTERRANEI

I laghi sotterranei si trovano in una delle zone più caratteristiche del Supramonte di Oliena. Sono il risultato di millenni di erosione di acque ipogee che, dal Supramonte, sono fluite verso valle creando un fenomeno carsico di gallerie e laghi di inusitata maestà e bellezza. Accompagnati da una guida esperta, si possono visitare tre di questi laghi sotterranei, collegati tra di loro, lungo un tragitto di ca. 500 metri, alternando percorsi a piedi e a nuoto. L'ingresso delle grotte si trova a 140 m di quota sul livello del mare ed è asciutto ma, nel corso dell'escursione, si scende ad una quota di circa 15-20 metri più in basso, attraversando una serie di laghi cristallini dall’acqua trasparente ma gelida. Per esplorarle è necessario indossare muta, maschera, calzari e guanti (senza piombi, perché si nuota sempre in superficie), nonché l’elmetto provvisto di torcia elettrica. Il percorso all’interno della grotta ha una durata di circa un’ora e finisce in un lago profondo 22 metri, tra scenari mozzafiato, nel buio e nel silenzio più assoluto.

LE VESTIGIA NURAGICHE

Nata e sviluppatasi in Sardegna, la civiltà nuragica abbraccia un periodo di tempo che va dalla piena età del Bronzo al II secolo a.C. Deve il suo nome ai Nuraghi, che costituiscono le sue vestigia di maggior interesse e che sono, a loro volta, il frutto dell'evoluzione di preesistenti civiltà, le cui tracce più evidenti sono dolmen, menhir, e Domus de Janas. I nuraghi sono considerati i monumenti megalitici più grandi d'Europa. Sulla loro effettiva funzione si discute da almeno cinque secoli e tanti restano ancora gli interrogativi da chiarire: c'è chi li ha visti come tombe monumentali e chi come case di giganti, chi fortezze, forni per la fusione di metalli, prigioni e chi templi di culto del sole. Oltre alle caratteristiche costruzioni nuragiche, la civiltà degli antichi Sardi ha prodotto anche gli enigmatici bellissimi pozzi sacri, dedicati al culto delle acque ed i monumenti funerari noti col nome di Tombe dei Giganti, appellativo che la fantasia popolare gli ha attribuito in virtù delle loro dimensioni. Si trattava di fatto di sepolture collettive con una particolare forma a pianta rettangolare absidata, edificate mediante lastre di pietra di grandi dimensioni conficcate nella terra. Pozzi e tombe testimoniano lo spirito profondamente religioso delle popolazioni sarde durante la civiltà nuragica.

TOMBA DEI GIGANTI CODDU VECCHIU

A poca distanza, in località Capichera, si erge un’altra tomba dei giganti, quella di Coddu Vecchiu. Questa tomba nuragica, probabilmente la meglio conservata della zona, ha un’origine molto antica, risalente ca. al 2500 a.C. Alla stregua di quella di Li Loghi, anch'essa ha avuto diverse fasi di costruzione ed impiego. In origine era un dolmen a corridoio, formato da lastre disposte verticalmente sopra una pavimentazione lastricata in granito, sormontate da altre lastre di pietra poste in orizzontale. In età nuragica venne aggiunta la stele e l'esedra, la piccola anticamera posta tra la parte antica e la stele, e venne rifatta la muratura esterna. La stele, alta m.4,40 e larga alla base m.1,90, è la più alta della Sardegna ed è formata da due pietre sovrapposte, incastrate con appositi incavi. Sia la parte inferiore che quella superiore sono finemente lavorate e incorniciate da uno spesso listello.

COMPLESSO NURAGICO LA PRISGIONA

Il Complesso Nuragico la Prisgiona (o La Prisciona) si trova a soli 600 m dalla tomba di Coddu Vecchiu, in direzione sud-est. Sorge su di un'altura in posizione dominante ed è formato da un nuraghe complesso, del tipo a tholos (ossia con copertura a falsa cupola) piuttosto insolito in Gallura, circondato da un villaggio di capanne. Il nuraghe, che per estensione e tipologia non ha eguali nel Nord Est della Sardegna, è formato da una torre centrale, il mastio, e da due torri secondarie, unite fra loro da un antemurale. La torre centrale presenta la classica tipologia dei nuraghi a tholos, cioè a forma troncoconica e copertura a pseudo-cupola, ed è formata da due piani sovrapposti, il secondo dei quali si raggiunge attraverso la scala ricavata nella muratura. All'interno della struttura, nel cortile si trova un pozzo profondo sette metri che permetteva agli abitanti di rifornirsi di acqua e che sicuramente è stato alla base della scelta del luogo per l'edificazione del nuraghe. Il nuraghe era poi collegato e protetto da un ulteriore cinta muraria con altre torri di cui oggi restano solo tracce.

TOMBA DEI GIGANTI LI LOLGHI

Una cinquantina di chilometri a nord di Puntaldia, nel territorio di Arzachena, vicino alla necropoli neolitica di Li Muri, è situata la tomba dei giganti di Li Loghi, visitabile a pagamento. La tomba risalente probabilmente al 1800-1200 a.C. ha avuto due fasi costruttive e di utilizzo differenti. I nuragici infatti inglobarono in questa monumentale sepoltura un dolmen assai più antico, databile al 1800 a.C. circa. L'antico dolmen, che corrisponde ora alla parte finale della camera, era del tipo a cista, cioè un cassone rettangolare realizzato con lastre di pietra infisse nel terreno a coltello e coperto con un'altra o più lastre disposte orizzontalmente. Intorno è ancora visibile un'ellisse di pietre, le uniche restanti di quelle che originariamente dovevano coprire il monumento funebre formando il tumulo. Alcuni secoli più tardi, in età nuragica, si costruì la vera e propria tomba dei giganti, collegando il dolmen a un lungo corridoio (9,6 m) realizzato anch'esso con lastre infisse a coltello e coperto a piattabanda. Questo corridoio costituiva la nuova camera funeraria, nella quale i defunti venivano deposti spingendoli attraverso il piccolo portello che si trova alla base della grande stele. La facciata venne monumentalizzata con la costruzione dell'esedra, originariamente formata da 14 lastre di cui oggi se ne conservano 7 da un lato e 3 dall'altro, e soprattutto con l'innalzamento al centro della stele monolitica, alta ben 3,75 m e larga alla base 2,45 m.

NURAGHE ALBUCCIU

L’altro nuraghe principale del comune di Arzachena - tra i tanti disseminati sul territorio - è quello di Albucciu. Questo nuraghe, molto ben conservato, fu costruito addossando i muri ad una grossa roccia granitica, la quale sostituisce parte della muratura, e per questo presenta una pianta irregolare e può essere definito uno pseudo-nuraghe. La pianta ha una forma grossomodo rettangolare con orientamento nord-sud e la facciata est, quella principale dove si apre l'ingresso, è rettilinea ed ha una lunghezza di circa 25 m. Dall'ingresso si accede ad un corridoio trapezoidale, il quale ha il soffitto a mensole. Nella parete opposta all'entrata, sull'angolo sinistro, c'è la scala che porta al bastione; ancora più a sinistra si apre invece un lungo cunicolo cieco. Sulla destra del corridoio si trova una camera ovale con una celletta più piccola sul retro, nella quale si apre un cunicolo scavato nella roccia viva, che, se percorso carponi porta all'esterno, nel lato nord. La camera più grande è situata a sud, ed è accessibile unicamente da un cortiletto cieco, che si può raggiungere solo con una scala calata dall'alto; in questa camera si trova un sedile lungo il muro. Al piano superiore si trova il bastione sul quale si trovavano delle torri, delle quali si vedono i resti e le scale d'accesso in pietra. La muratura esterna è coronata da mensoloni in pietra, alcuni dei quali si trovano ancora al loro posto. Il nuraghe è realizzato con grossi blocchi di granito non rifiniti.

TOMBA DEI GIGANTI S’ENA E THOMES

Ad una settantina di chilometri a sud di Puntaldia, sulla strada provinciale 38 verso Dorgali si trova, sulla sinistra, il parcheggio posto di fronte all'ingresso all'area archeologica. Si raggiunge la tomba lungo un sentierino dopo circa 400 metri dal cancello, sempre aperto. Questa tomba di tipo dolmenico, del periodo del Bronzo Antico, si presenta in ottimo stato di mantenimento Conserva, infatti, quasi intatto il corridoio funebre con copertura a piattabanda, costituita da lastre di pietra disposte orizzontalmente lungo le pareti del corridoio. La grande stele è formata da un monolite centinato, in cui è scavato il piccolo portello d'accesso alla camera funeraria. L'esedra conserva ancora alcune pietre infisse come erano in origine.

VILLAGGIO NURAGICO DI SERRA ORRIOS

Proseguendo sempre in direzione di Dorgali, a una quindicina di chilometri,segnalata da un cartello, si trova la strada bianca che conduce al sito. Lasciata l'auto si percorrono ca. 600 m. a piedi, sino a giungere all'ingresso dell'area archeologica. Il villaggio nuragico di Serra Orrios, uno dei più grandi della Sardegna, nonostante ci mostri solo le fondamenta di quelle che un tempo furono le sue costruzioni, tutte realizzate con pietre basaltiche secondo la tecnica a secco, è il posto ideale per vedere il grado di organizzazione delle genti nuragiche. L’abitato, che poteva cintare ca. 300 abitanti, ci regala infatti una struttura complessa con stradine, piazzette e pozzi pubblici per le esigenze quotidiane degli abitanti del villaggio. Sono ben visibili i resti di 49 capanne, da quelle più semplici, a pianta circolare, a quelle più articolate, con vani sussidiari e zone in cui custodire gli animali. Nel villaggio sono presenti anche due aree sacre ognuna caratterizzata dalla presenza di un tempietto a megaron, ossia con pianta rettangolare. Delle due aree templari, la prima è distaccata dall'abitato da un poderoso recinto circolare, mentre la seconda, il cui tempio si presenta perfettamente conservato per quanto riguarda le murature, si trova all'interno del villaggio ed è separata dalle abitazioni da un recinto sacro rettangolare. Vi sono poi due tombe di tipologia incerta.

VILLAGGIO NURAGICO DI TISCALI

Nella parte terminale della valle Lanaittu, il cui accesso si trova in prossimità della sorgente di Su Gologone, dopo una buona ora di duro cammino su di un impervio ripidissimo sentiero, si raggiunge accompagnati da una guida, il monte Tiscali. In cima, si apre uno spettacolo unico: all'interno della montagna, nascoste nel fondo di una vasta dolina formatasi dal crollo della volta di un’antica grotta, ci sono i resti di una quarantina di capanne nuragiche illuminate dalla luce solare, che filtra attraverso un finestrone naturale.

NURAGHE LOSA

Ancora più lontano, nel territorio di Abbasanta, in prossimità dell’incrocio tra la strada veloce a 4 corsie per Nuoro e la Carlo Felice, a ca. 130 km da Puntaldia c’è il nuraghe Losa uno dei più importanti e meglio conservati dell’intera Sardegna. Il complesso nuragico, interamente costruito con grossi blocchi di basalto, è formato dal grande nuraghe trilobato, da un antemurale e da un'ulteriore cinta muraria che racchiude l'intero complesso e al cui interno si trovano anche i resti dell'ampio villaggio. Il nuraghe, risalente alla fase tarda delle Media età del Bronzo (XV-XIV secolo a.C.) si compone di una torre principale e di altre tre torri, realizzate in una seconda fase, unite tra loro dalla muratura esterna che fascia l'intera costruzione. L'ingresso principale è situato sul lato sud e dà accesso, tramite un corridoio rettilineo, alla torre centrale, della quale è attualmente visitabile anche il piano superiore, collegato con quello sottostante tramite una scala ricavata nello spessore murario. Lo stesso corridoio permette di accedere anche alle due torri laterali mentre la torre posteriore è accessibile da un ingresso secondario situato a nord est. L'intero edificio, originariamente più alto, oggi conserva un altezza di circa 13 metri. Una particolarità del nuraghe Losa, che lo differenzia dagli altri grandi nuraghi, è l'assenza di un cortile interno. Davanti all'ingresso principale, sul lato sud si trova una grande capanna circolare, con due ingressi e varie nicchie, che per la tipologia e la posizione si può considerare una capanna delle riunioni, elemento ricorrente nei grandi complessi nuragici. Il nuraghe sui lati nord e nordest è racchiuso da un antemurale provvisto di due torri che entrambe presentano le aperture verticali nelle pareti denominate feritoie. Intorno a tutto il complesso si estende una seconda cinta di mura di forma ovale (che misura circa m.300x200), lungo la quale si possono vedere i resti di tre torri che hanno un ingresso esterno ed uno interno alle mura. All'interno di quest'ultima cinta di mura ci sono i resti di un grande villaggio nuragico formato da capanne circolari, il quale fu costruito successivamente al nuraghe, a partire dal Bronzo Recente (XIII secolo a.C.) e fu abitato fino alla Tarda età del Ferro (VII secolo a.C.)

IL MONTE NIEDDU

Nel territorio di Padru, ad una ventina scarsa di chilometri da Puntaldia, in direzione dell’entroterra, si trova il  MONTE NIEDDU, un’area tutelata per il suo valore paesaggistico. E’ un massiccio molto esteso raggiungibile in auto lungo una carrareccia che porta fino all’interno dell’oasi, da dove si dipartono vari sentieri,percorribili a piedi, in mountain-bike o in fuoristrada lungo percorsi diversificati per difficoltà, lunghezza e durata. Particolarmente suggestivo è il cosiddetto “anello delle cascate”, un circuito in mezza costa dal quale si osserva dall’alto il letto del rio Caccianova con i suoi salti d’acqua, per poi attraversarlo e risalire, inoltrandosi tra la macchia mediterranea e rocce dalle forme suggestive, verso la Caserma Pitrisconi. Più impegnativo è il percorso Casteddacciu, che permette di raggiungere le vette di Casteddacciu e Lu Turrione. Il panorama è spettacolare, di ampio respiro e sempre rivolto verso il mare. Sono frequenti gli incontri con le capre selvatiche.